L’importanza della Legge Zan

Il provvedimento contro l’omotransfobia a tutela di tutte le fasce vulnerabili per il riconoscimento dei diritti civili.

Flavia Dolgetto
3 min readNov 9, 2020
📷 (David McNew/Getty Images)

Il 4 Novembre 2020 con 265 voti favorevoli, 193 contrari ed un astenuto, è stata approvata alla Camera la proposta di Legge sulle misure di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione nei confronti delle persone LGTB+, c.d. Legge Zan, ora in attesa di essere esaminata in Senato.

Il disegno di legge, in riferimento alle modifiche agli artt. 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di propaganda ed istigazione a delinquere ed in materia di circostanza aggravante per motivi di discriminazione raziale, etnica o religiosa, introduce nuove fattispecie penali fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

La legge Zan, di fatto, andrebbe a supportare e ad integrare una legge già esistente contro i crimini d’odio, la legge n° 205 del 1993 (cosiddetta Legge Mancino), nata per sanzionare e condannare azioni legate all’ideologia nazifascista, vietandone anche ogni organizzazione, associazione o gruppo avente tra i propri scopi l’incitazione alla violenza ed alla discriminazione.
Inoltre, promuove l’istituzione di centri anti-discriminazione per sostenere le vittime della violenza omotransfobica ed indica il 17 maggio per la ‘Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia’, incentivando iniziative di sensibilizzazione anche nelle scuole di ogni ordine e grado.

Il relatore Alessandro Zan, durante il dibattito parlamentare, ha espresso l’importanza di contrastare, attraverso tutele legislative, i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivate da condizioni personali, evidenziando dati che esprimono in modo assai preoccupante quanto il fenomeno sia di non trascurabile interesse.

Secondo l’associazione europea ILGA-Europe, l’Italia si collocherebbe al 35° posto in Europa per accettazione sociale nei confronti delle persone LGTB+ e per una legislazione che è ancora arretrata nei confronti dei diritti civili.
Ciò risulta ampiamente dimostrato dalle numerose denunce di violenze o discriminazione alle Forze dell’ordine, provenienti sia da persone giovani che da persone adulte.
Le discriminazioni e le violenze nei confronti delle persone LGTB+ si concretizzano soprattutto in discorsi d’odio, lesioni, violenze private, atti di bullismo, stalking ed omicidi.
Alla luce di comprovati crimini d’odio legati all’orientamento sessuale , all’identità di genere e a forti disabilità, appariva altresì evidente quanto la tutela nei confronti delle vittime risultasse insufficiente, mancando, nel nostro ordinamento, uno strumento specifico di protezione.

Contrariamente alle precedenti attività di indirizzo politico nazionale, le istituzioni europee hanno mostrato forte sensibilità alla tematica da oltre un ventennio.
Il Consiglio d’Europa è intervenuto per promuovere azioni volte alla realizzazione del pieno godimento e rispetto dei diritti umani da parte delle persone LGTB+.
Il Parlamento europeo, con risoluzioni che sottolineavano la necessità di adottare provvedimenti legislativi antidiscriminatori, ha invitato più volte gli Stati membri a legiferare in materia.
Anche il Consiglio, con direttiva del 27 novembre 2000, ha vietato le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale nell’ambito del lavoro.
Nonostante queste posizioni a livello sovranazionale, la normativa nazionale in materia dei diritti e garanzie riconosciuti alle persone LGTB+ continuava a risultare estremamente carente, esponendo l’Italia anche al rischio di una condanna da parte della Corte di Strasburgo.

Tenendo conto di tali sollecitazioni, la proposta di legge Zan non solo fornisce risposte concrete alle numerose richieste Europee ma pone anche l’attenzione su temi che, in una società civile e democratica, dovrebbero essere discussi ma soprattutto tutelati da ogni forza politica.
Contrastare pregiudizi, le cui fondamenta sono imposizioni sociali precostituite, condannare discriminazioni e violenze motivate da condizioni personali, è fondamentale per garantire piena parità dei diritti in un sistema democratico dove tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge (Art. 3 Cost.).

Inserire tali temi nel dibattito politico attuale è fondamentale per una società più inclusiva ed ispirata alla tutela dei diritti degli individui.

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Flavia Dolgetto

Laureanda in giurisprudenza. Con una forte passione per la lettura, i diritti civili, la politica e l'informazione.